Nonostante le contrapposizioni sorte negli ultimi giorni (e anche ore), il Consiglio dei Ministri approva all'unanimità il DDL costituzionale proposto da Matteo Renzi. Un pacchetto di riforme che presenta innanzitutto il superamento del bicameralismo perfetto, con la trasformazione dell'attuale Senato a quello delle Autonomie, che prevede 148 persone (attualmente i senatori sono 315): 21 nominati dal Quirinale e 127 rappresentanti dei consigli regionali e dei sindaci. Quindi nessun senatore sarà più eletto. Inoltre, quattro paletti ben definiti: no voto di fiducia, no voto sul bilancio, no elezione diretta dei senatori, no indennità per i Senatori, nemmeno per quelli a vita e nemmeno retribuzioni aggiuntive per i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni.
Oltre alla riforma del Senato, si andrà avanti con la revisione del Titolo V e l'abolizione del Cnel. Renzi, nonostante gli inviti a frenare, ha fretta: non si può più rinviare. E non si può dargli torto. D'altra parte, in questo momento la maggioranza degli italiani sembra essere con lui.