I risultati delle ultime amministrative in Francia hanno visto l'ascesa di Marine Le Pen e del suo Front Nationale. Una scossa populista su cui la UE deve fare molta attenzione. Il messaggio politico dell'ultradestra francese è infatti rivolto alla disgregazione di Euro e Europa. Anche in Italia vi sono gli emuli della Le Pen: Grillo (che però si dissocia dalle dottrine del Front Nationale), Fratelli d'Italia e soprattutto la Lega, con Salvini che ha fatto della battaglia anti-euro il caposaldo della campagna elettorale per le europee. Una campagna basata spesso su strampalate teorie e intrisa solo di protesta, il cui unico scopo è di prendere una manciata di voti in più contando sul malcontento della gente, ma senza proporre soluzioni concrete e senza tenere conto dei fatti reali e delle pericolose conseguenze di un'uscita dall'Euro. Per quanto si attribuisca a questa moneta tutti i mali della crisi, in realtà l'Euro è stato un'opportunità, ed è colpa del nostro establishment (politico ed economico) se l'Italia non è riuscita a sfruttarla. Sono stati la speculazione, l'alta percentuale di corruzione, la mancanza di riforme, l'elevato peso fiscale, l'enorme spesa pubblica, il basso livello di innovazione e competitività delle nostre imprese, ad averci portato a queste condizioni. E a questo si aggiunge il fatto che l'Unione Europea è stata costruita male, su listini finanziari anziché su basi politiche e sociali, senza tenere conto dei diversi pesi economici dei Paesi aderenti e delle relative situazioni. Su questo ultimo punto le classi dirigenti dei principali Stati europei dovranno fare un ripensamento, allentando la strategia del rigore e favorendo equità e crescita. Altrimenti il 25 maggio potrebbe essere il demolition-day dell'Unione Europea.