L'Italia si gioca da quest'anno una partita difficilissima: l'obbligo al pareggio di bilancio. Un vincolo che il fallito governo Berlusconi-Lega aveva fatto addirittura scrivere in Costituzione e che è stato sancito nel Fiscal Compact firmato dal governo Monti con la UE. Il rispetto di questo accordo impone all’Italia di tagliare per 20 anni 45 miliardi di debito pubblico all’anno e, nel caso non ce la facessimo, la Corte di giustizia UE potrà imporre sanzioni fino a un massimo dello 0,1% del Pil. E il rischio potrebbe essere addirittura di essere esclusi dall'Europa: insomma, dentro o fuori.
Con una posta in gioco così alta, capirete quindi il perché del tour di Enrico Letta per l'Europa, incontrando i leader dei principali Paesi e i vertici di Bruxelles: qui non sappiamo nemmeno dove trovare i soldi (8 miliardi) per accontentare le sciocche pretese di Berlusconi sulla restituzione dell'Imu, e l'Europa ce ne chiede centinaia. Vedremo se Letta riuscirà a rinviare o comunque ad allentare le richieste europee. Di certo dà proprio fastidio che chi urla di più contro questa gogna finanziaria è proprio chi l'ha avallata, mettendoci così sulla graticola. Come sempre.