giovedì 27 settembre 2012

Il colonnista "infame"

Sallusti che diventa il martire della libertà di stampa è un vero e proprio paradosso. Ma la vicenda è comunque seria, e va risolta: quantunque il direttore del "Giornale di famiglia" possa non piacere e non eccelli di certo tanto per obiettività quanto per paladino delle libertà (se non quelle del suo padrone), è assurdo che in Italia un'opinione per mezzo stampa possa essere imputata come un reato, e far finire in carcere chi la esprime. E la norma va sicuramente rivista, stando al passo con l'Europa.
Ma alcune cose vanno comunque precisate: innanzitutto, la sentenza contro Sallusti è contro una notizia falsa pubblicata dal quotidiano da lui diretto; infine, Sallusti rischia di pagare per colpe altrui, ovvero di Renato Farina (l'ex-agente "betulla", radiato dall'Ordine dei giornalisti e oggi deputato Pdl) autore dell'articolo incriminato e che si era nascosto dietro uno pseudonimo, senza assumersi le proprie responsabilità: tanto da essere attaccato dall'amico Vittorio Feltri e farsi dare "dell'infame" dal collega Enrico Mentana. Insomma alla fine, in questo caso, non c'è tanto da fare le vittime.