Confcommercio prevede che per la fine del 2012 potrebbero arrivare fino a 150.000 le imprese commerciali che cesseranno la propria attività. Una vera e propria strage che coinvolge in massima parte i piccoli negozi, attanagliati tra il continuo calo dei consumi, il minore potere di acquisto delle famiglie e la concorrenza sempre più spietata della grande distribuzione. E oltre a questo, vi è anche la mancata staffetta generazionale, ovvero i figli che non vogliono fare il mestiere del padre e rilevare la bottega.
Le vie di salvezza per queste attività potrebbero essere rappresentate dall'opportunità di fare rete, organizzandosi nei distretti commerciali; oppure (approfittando delle norme presenti nell'ultimo decreto sulle liberalizzazioni) rendendo flessibili gli orari, calibrandoli alle esigenze della clientela; o anche, rimodulando l'offerta, con maggiori diversificazione e trasparenza dei prezzi. Ma sopratutto, le amministrazioni locali dovrebbero limitare l'espansione della grande distribuzione, in modo da tutelare la sopravvivenza dei negozi di vicinato all'interno delle aree urbane.