Ieri sera a Vedano Olona, nell'iniziativa "Le voci della memoria" organizzata dall'Assessorato alle Identità Culturali e Tradizioni Locali, attraverso la testimonianza di Enrico Bertè, ex internato militare italiano, e la relazione del prof. Andrea Bienati, docente Alma Universitas Umanitaria SSML Milano e Università Cattolica del Sacro Cuore, si sono rivissute le tragiche vicende degli IMI, gli Internati Militari Italiani. 700.000 soldati italiani che finirono nei lager nazisti per aver detto di no a collaborare con l'esercito tedesco dopo l'8 settembre. Pagarono duramente il loro rifiuto, ma nonostante questo atto di coraggio sono stati dimenticati, ignorati anche nei libri di storia. Eppure si può tranquillamente affermare che fecero parte anche loro della Resistenza.
Una cosa che poi mi ha colpito, è stato quando l'architetto Bertè, parlando della sua gioventù, ha ammesso che lui, allora sedicenne, nulla sapeva delle leggi razziali del 1938 in Italia.
"L'avessi saputo -ha affermato- non sarei corso in Piazza Duomo a Milano a gridare 'Guerra Guerra' nel giorno dell'annuncio da parte di Mussolini dell'entrata nel conflitto dell'Italia, né sarei scappato di casa per andare ad arruolarmi. Ma purtroppo, a quei tempi l'informazione era controllata, c'erano pochi giornali e non si conoscevano tante cose".
Insomma: il sonno della ragione genera mostri e l’ignoranza è una delle peggiori malattie della mente. Ho pensato alla situazione di oggi, di certo non paragonabile a quella di allora: però la decisione da parte del governo Berlusconi per lo stop in RAI alle trasmissioni di approfondimento durante la campagna elettorale e per il taglio dei fondi all'editoria dei giornali dei partiti e dei movimenti politici, non aiuta di certo la pluralità e la libertà d'informazione.
sabato 13 febbraio 2010
Dai lager tedeschi a Vedano Olona attraverso il ricordo
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