Ha suscitato parecchie polemiche il voto contrario del gruppo PD al Senato su un emendamento di Idv che prevedeva l'annullamento di una norma contenuta nel decreto del governo sul mantenimento dei requisiti pensionistici per i supermanager pubblici. L'emendamento è passato, ma ai senatori democratici è stata lanciata l'accusa di avere votato per lasciare intatti i privilegi sulle cosiddette pensioni d'oro. Sia Anna Finocchiaro, capogruppo PD al Senato, che i senatori democratici Marco Stradiotto e Pietro Ichino hanno comunque specificato che con quella norma non solo non ci sarebbero stati esborsi aggiuntivi da parte dello Stato, ma che era stata introdotta per evitare facili ricorsi ai giudici da parte di quei manager pubblici che si sarebbero visti decurtare (oltre che gli stipendi) anche le pensioni, visto che queste ultime sono, a quanto pare, diritti acquisiti. Al di là della forma e dei cavilli, alcuni dubbi comunque permangono: ad esempio, se fosse stato possibile o no introdurre una legge per impedire i ricorsi. E comunque viene più che legittimo chiedersi come mai i diritti acquisiti siano intoccabili solo per ristrette cerchie privilegiate e non per i comuni cittadini: vedi ad esempio la situazione degli esodati o quella di normali pensionati che si sono visti decurtate le loro già modeste entrate.