Scatta da oggi il permesso a punti: gli immigrati che intendono entrare in Italia dovranno sottoscrivere l'Accordo d'integrazione, imparare la lingua italiana e i principi fondamentali della Costituzione, ottenendo così dei crediti in modo da raggiungere il punteggio richiesto per non essere espulsi.
Giusto pretendere che chi venga qui in Italia debba conoscere lingua, leggi e usanze del nostro Paese e rispettarle. Lascia un po' perplessi la formula. E oltretutto, ai doveri devono corrispondere però i diritti, che qui in Italia agli stranieri spesso non vengono riconosciuti, e anzi, sono in aumento i casi di discriminazione nei loro confronti.
Oltre a sottoporre ad esami gli immigrati, dovremmo farci anche noi un esame di coscienza, soprattutto quando chi è nato e ha vissuto qui da 20 anni non solo non si vede riconosciuto il diritto di cittadinanza ma si trova anche in situazioni paradossali. E bisogna capire che l'integrazione non si raggiunge con assurdi divieti come quello alla preghiera, specie se accompagnati anche da proposte ancora più strampalate. Insomma, sull'argomento integrazione ci sono italiani che di punti ne hanno persi parecchi.