Ieri sera il Cardinale Tettamanzi, arcivescovo della diocesi di Milano, ha fatto visita a Varese per incontrare gli amministratori locali.
La Lega varesina ha voluto salutare l’arrivo in città del Cardinale con alcune decine di manifestanti (tra cui alcuni del movimento dei Giovani Padani) con striscioni (“Varese ambrosiana, mai musulmana”, “Tettamanzi vescovo di Kabul”), cori e sfottò ("Col cardinale ogni scherzo vale") e qualche fiaccola.
La protesta nasceva dall'accusa al Cardinale di avere un “atteggiamento di succube accondiscendenza, quando di non attivo collaborazionismo nei confronti dell’espansione islamica nella diocesi di Milano”.
E pensare che l'intervento di Dionigi Tettamanzi, fatto a tutti i politici presenti in una sala che aveva esaurito i posti a sedere, è stato incentrato proprio sulla sobrietà, qualità che “deve essere una nota di stile caratteristica e visibile di chi fa politica: sobrietà nelle parole, sobrietà nell’esibizione di sé, sobrietà nell’esercizio del potere, nello stile di vita. Pensiamo allo spreco di parole a cui assistiamo ogni giorno in politica. Spesso si ha l’impressione di trovarci di fronte a ‘tanto clamore per nulla’: meglio allora misurare le parole e usare solo quelle necessarie o utili e mettersi a discutere sui problemi reali e sulle possibili soluzioni”.
Ancora una volta di fronte ad un messaggio moderato improntato a dialogo e solidarietà la Lega ha risposto con volgarità, odio e ignoranza: e in questo non c'è proprio nulla di cristiano.