In questi giorni esce nei cinema il bellissimo film francese "La classe - Entre les murs" (vincitore della Palma d'Oro al festival di Cannes), che narra le vicende quotidiane di una classe di una scuola media superiore della periferia parigina. Una sorta di diario dei rapporti tra il professore e un gruppo eterogeneo di ragazzi e ragazze (francesi ed immigrati). Un film che è stato definito un vero capolavoro.
E sempre in questi giorni, ecco l'ennesimo capolavoro della Lega: una mozione presentata (e approvata dalla Camera) in cui si prevedono “classi ponte” (termine emendato poi come “classi d’inserimento”) separate per gli stranieri che non abbiano superato un test d’ammissione. Classi separate, senza che la mozione fissi limiti temporali, ma con l’unico criterio che si verrà ammessi nella classi normali solo dopo aver ritentato il test, e sempre a condizione di averlo superato.
Primo firmatario: Roberto Cota, capogruppo alla Camera della Lega Nord.
E ieri sera, il nostro "Richetto" (chi si ricorda l'assistente birichino del mago Zurlì, durante lo Zecchino d'Oro negli anni '60/70?), è stato invitato da Gad Lerner nella sua trasmissione "L'infedele" proprio a parlare di questa geniale trovata.
Io posso comprendere che una misura del genere possa essere attuata per allievi immigrati che hanno difficoltà con la nostra lingua nelle scuole medie inferiori e superiori (come ad esempio avviene in Francia), ma addirittura alle elementari...
Qui il problema è sempre il solito: si cerca di alimentare la paura e la diffidenza verso il diverso.
Le stesse parole di Cota lo dimostrano: "migliaia di famiglie sono preoccupate dall’eccessiva presenza di figli di stranieri".
Parole assurde, visto che il disagio linguistico grave coinvolge in realtà l’1%, quindi allontanare chi non conosce la lingua, non ridurrebbe in modo significativo l’eccessiva presenza. In verità l’emendamento mira a accantonare non l’1%, ma una percentuale maggiore per riequilibrare in modo significativo il rapporto italiani/stranieri. L'integrazione non c'entra proprio nulla, semmai è il contrario, tanto è vero che spesso Cota ha accennato a "difesa dell'identità nazionale, della nostra cultura".
E che dire di Paola Goisis, collega di partito di Cota e seconda firmataria della mozione? Ha giustificato la cosa con questo timore: "Come posso pensare che nelle mie classi i bambini e i ragazzi non debbano studiare la storia della Serenissima, che non possano studiare la battaglia di Lepanto?".
Cara Goisis, a parte il fatto che nessuno impedisce che a scuola non si studino queste cose, ma sa quale era la caratteristica principale della Repubblica di Venezia? Accogliere le comunità straniere sul proprio territorio (es. ebrei, armeni, gli stessi musulmani..). Questa era superiorità. Si studi la storia, prima di parlarne.
E visto che ieri sera ha scambiato lo scrittore di fama internazionale Sandro Veronesi (nome illustre della nostra letteratura e vincitore di diversi premi) per un giornalista, anche il nostro bravo Ricota dovrebbe andare a farsi un bel corso intensivo di cultura, magari con un bel grembiulino verde.