Il nuovo testo della legge delega sul federalismo fiscale ha visto finalmente la luce. E arrivano le sorprese. Infatti nel testo troviamo scritto che si riconosce l'autonomia impositiva ai comuni, attraverso la "razionalizzazione dell'imposizione immobiliare, compresa quella sui trasferimenti della proprietà e di altri diritti reali". Che, tradotto, significa la reintroduzione dell'ICI. Era inevitabile, noi l'avevamo detto: l'ICI ha sempre rappresentato la prima fonte di incasso per gli enti locali. Se si toglie quella fonte di entrata, i comuni muoiono. Ma il premier doveva onorare la sua promessa elettorale. Solo che adesso, fatti i conti, ci si accorge del buco. E allora, con il pretesto della riforma federale, si risarciscono i comuni ma si prendono in giro i contribuenti. Però succede che scoppia la rivolta nella maggioranza. Ovvero, ci si rende conto che questa è davvero troppo grossa per farla passare. Ma per fortuna c'è Roberto Calderoli, il "Semplificatore". E la soluzione è davvero semplice: invece che reintrodurre l'ICI si mette una tassa con un altro nome ("Service Tax"). Il succo però è lo stesso: pagheremo comunque, se non di più. Addirittura anche chi prima l'ICI non la pagava (ovvero chi aveva casa in affitto). E così, dopo il decreto sull'impunità, la legge sui mutui, l'emergenza sicurezza, la questione Alitalia, la "monnezza di Napoli", ecco un altro bell'inganno: a questo governo viene davvero semplice.
P.S.: Roberto Calderoli ha affermato che "piuttosto che reintrodurre l'ICI si darà fuoco".
Mah, per adesso stanno bruciando le risorse del Paese.