Oggi, sfogliando alcuni quotidiani nazionali, ho visto una pagina pubblicitaria piena di scritte "VivAlitalia", con il noto logo della compagnia aerea di bandiera ormai agonizzante.
C'era in basso a destra, a chiudere, una frase che diceva "Faziosi? No, italiani".
Sul lato della pagina, invece, un indirizzo internet di un'azienda, la Eurocosmesi.
Ho fatto una piccola ricerca, ed ho trovato questo articolo.
La dichiarazione di questo signore (Paolo Gualandi, vulcanico quanto geniale titolare dell'azienda) lascia però perplessi: "A me piace Alitalia e voglio che rimanga italiana".
Qualcuno gli dica che Alitalia ormai è morta: non ci sarà più, è destinata al fallimento.
Al suo posto una compagnia aerea privata (CAI), più piccola, con meno servizi e addirittura più cara, come ci illustra Gad Lerner in un suo articolo.
Una compagnia, poi, che tra qualche anno, con molte probabilità, andrà sotto il controllo di un gruppo multinazionale (per cui "VivAlitalia" rischia di essere solo una boutade).
Voglio credere nella buona fede di Gualandi e che questo sia stato fatto perché lui ha davvero uno spirito patriotico e non perché aiutare il governo in questo momento può essere utile per il futuro e si può riuscire ad ottenere qualche favore (come accaduto già ad un paio di imprenditori della famosa cordata, e come accadrà anche per altri).
Se invece, purtroppo, fosse davvero così, oltre che per i profumi, questo imprenditore dimostrerebbe di avere un buon naso anche per gli affari (probabilmente però solo i suoi, e non quelli del paese).
Segnalo (anche a beneficio del sig. Gualandi) un contributo del Sole 24 Ore, che spiega ed approfondisce ogni aspetto della vicenda Alitalia, con un confronto con la precedente offerta Air France, portata avanti dal governo Prodi.