sabato 21 febbraio 2015

Più liberismo che liberalizzazioni

Approvato il Job's Act (e sarà l'ultimo act?), ma con molte perplessità. Lavoro e liberalizzazioni sono i temi centrali della riforma. Ma la liberalizzazione maggiore pare essere quella nella facoltà di licenziare, a cui fa da riscontro una mancanza di coperture per gli ammortizzatori sociali. E non è questa l'unica ambiguità sulla nuova regolamentazione dei licenziamenti. Per non parlare dei nuovi contratti di lavoro, che rottamano sì i co.co.pro e i co.co.co., ma paiono trasformarsi in un precariato a vita. Insomma, tanto liberismo, poche liberalizzazioni. Soprattutto vengono a mancare le più attese: quelle sulle farmacie, sui taxi e sui porti E si riscontra addirittura un passo indietro rispetto a precedenti decreti. L'impressione è che sia mancato il coraggio e persa un'occasione, piegandosi ai voleri della Troika e delle lobby. Ci ritroviamo così in una situazione in cui ci si continua ad adeguare ai canoni neo-liberisti, con un'esasperazione delle disuguaglianze che produce enormi vantaggi per una fascia ristretta di persone mentre peggiora la situazione della grande maggioranza.