L'episodio di sabato scorso a Torino (il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, buttato giù dal palco da lavoratori iscritti ai Cobas -nella foto-), fa capire come la situazione economica in Italia sia grave. Gli operai della FIAT che hanno manifestato a Torino sono preoccupati per il loro futuro. Sono preoccupati perché vedono i governi degli altri paesi, coinvolti nelle operazioni della FIAT, imporre a Marchionne l'assicurazione del posto di lavoro nelle fabbriche situate sul loro territorio. Cosa invece che non avviene in Italia, dove c'è un governo che nulla fa a sostegno dei lavoratori, come dimostra la quasi assenza di ammortizzatori sociali o il "libro bianco" del ministro Sacconi, forse chiamato così perché le pagine dedicate ai diritti ed alla sicurezza dei lavoratori sono... bianche. Mettiamoci poi anche il lavoro di disfacimento e indebolimento dei sindacati perpetrato sempre dal governo: una strategia pericolosa, perché un sindacato debole può dare sfogo a derive pericolose ed estreme. Mentre un sindacato forte può invece essere un supporto per tenere sotto controllo situazioni delicate ed essere anche un supporto per le aziende.
Ma questa crisi non coinvolge solo i lavoratori dipendenti: a dispetto di chi ciancia di psicologia, questa è una crisi VERA, REALE, che rischia di mandare a gambe all'aria l'ossatura del Paese, ovvero piccole e medie imprese come questa, che denuncia una situazione allarmante che è sotto gli occhi di tutti, tranne di chi non vuol vedere.
O forse, di chi vuole che questa crisi faccia deserto per trarne poi dei vantaggi.