Benedetto da Barack Obama, l'accordo Fiat-Chrysler apre nuovi scenari nell'industria automobilistica mondiale.
Innanzitutto pone l'industria italiana in primo piano per quanto riguarda capacità manageriali e innovazione tecnologica.
Poi rappresenta una svolta per quanto riguarda gli stili di vita degli americani, che da sempre hanno optato per automobili di grossa cilindrata (il simbolo del "sogno americano"), e che invece ora, per far fronte alla crisi, verteranno su vetture piccole e medie, con consumi più bassi. Insomma: siamo ritornati al famoso slogan "Think small" degli anni '60...
E Fiat, che nel settore delle vetture con piccolo "volume" è tra le aziende con maggior esperienza e le piattaforme produttive più avanzate, sarà in grado di soddisfare questa esigenza e ne trarrà senz'altro notevoli benefici, di immagine e di business. E con lei, si spera, anche l'Italia.
Un plauso a Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, che ha portato a compimento quello che lui stesso definisce "Una pietra miliare".
E che adesso si accinge alla scalata di un altro gigante dell'auto: la tedesca Opel.