"Mezzo miliardo di euro, almeno. È quanto potremmo risparmiare se utilizzassimo, come fanno gli altri paesi europei, i farmaci a basso costo. Che non vuol dire a minor qualità, ma, semplicemente, prodotti fuori dalla copertura brevettuale; insomma, i cosiddetti generici. Invece, per colpa delle manovre delle aziende, per colpa dei medici e anche un po' per colpa nostra regaliamo a Big Pharma ogni anno una montagna di soldi che poi, lo Stato, è costretto a tagliare da altre parti: ospedali, farmaci innovativi, assistenza agli anziani, e così via."
Inizia così la bella inchiesta de "L'Espresso", dedicata ai farmaci a basso prezzo, che qui in Italia proprio non riescono a decollare. Con la conseguenza di alzare vertiginosamente la spesa pubblica sulla sanità. La UE lancia accuse precise: per loro la colpa di questa situazione è di Big Pharma (le grandi aziende farmaceutiche), che hanno monopolizzato il mercato.
Ma c'è da porre anche un'altra questione: senza assolutamente voler mettere in dubbio la buona fede di alcuno, ma è stato opportuno, in fatto di trasparenza, nominare ministro della Salute l'ex-socialista (ora invece fedele alla destra) Maurizio Sacconi, la cui moglie, Enrica Giorgetti, è il Direttore Generale di Farmindustria?