domenica 19 aprile 2009

Sperperendum

E così, a quanto pare, Berlusconi cede al ricatto della Lega Nord: il referendum sulla legge elettorale non sarà accorpato nell'Election day del 7 giugno, e ciò porterà ad uno spreco di centinaia di milioni di euro per i contribuenti.
La Lega Nord accampa scuse legate all'incostituzionalità di accorpare il referendum ad elezioni europee ed amministrative.
Ma da quando la Lega è stata attenta al rispetto della Costituzione? E poi, se si decidesse come data del referendum quella del 21 giugno (ed è molto probabile), prima cosa si voterebbe comunque in parallelo con le amministrative (in quella data ci sono i ballottaggi), e poi occorrerebbe prima fare una modifica della legge di attuazione dei referendum stessi in Parlamento, perché, per legge, il referendum si deve votare entro la data del 15 giugno.
La verità è che la Lega Nord teme questo referendum e vuole a tutti i costi che non raggiunga il quorum: i costi, però, sono a carico nostro...
Sia chiaro: Bossi & Co. non hanno tutti i torti ad essere contrari a questa iniziativa. Infatti se vincesse il "", il premio di maggioranza alla Camera e al Senato andrebbe al partito che ha preso più voti (anche con un solo voto più degli altri). Inoltre verrebbero abrogate le candidature multiple (o candidature civetta) e le liste dovrebbero ottenere il 4% alla Camera e l' 8% al Senato. Tutto ciò determinerebbe un vero e proprio bipartitismo, con la scomparsa delle formazioni minori, come appunto la Lega, ma anche UDC, Italia dei Valori, i partiti della sinistra e destra radicale (che già ora, a causa della soglia del 4%, non sono rappresentati in Parlamento).
Oltretutto, come affermano anche Giuseppe Adamoli e un articolo de "Il Riformista", nemmeno al PD gioverebbe la vittoria dei "" al referendum, poiché con i numeri di oggi e con la spinta del premio di maggioranza, Berlusconi ed il PdL potrebbero permettersi di varare al prossimo giro un bel governo monocolore. E governare magari anche per 20 anni.
Ciò non toglie però che in una situazione economica difficile come quella di oggi (ed oltretutto aggravata dalla tragedia dell'Abruzzo), non sia giusto buttare via soldi che potrebbero essere utilizzati per l'emergenza.
Per questo, chiedendo l'accorpamento, il PD si dimostra responsabile, preferendo rischiare su se stesso facendo campagna elettorale pro o contro il referendum. Al contrario di "Lega sprecona", che se ha delle buone ragioni da opporre al referendum, le esponga ai cittadini invece di boicottare il voto e prelevando direttamente dalle loro tasche.