I rifiuti in Campania da emergenza rischiano di trasformarsi in tragedia: il muro contro muro tra autorità e popolazione locale ha già dato avvio a cruenti scontri. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rifiuti Guido Bertolaso incontrerà a partire da oggi i sindaci, i presidenti di municipio e le autorità locali dei comuni dove dovranno essere realizzate le discariche previste dal decreto, proprio per spiegare i contenuti del provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì scorso. Il commissario è disposto a "lavorare" nelle cave con i tecnici indicati dalla comunità, a coinvolgerla nel controllo della quantità e qualità dei rifiuti che vi saranno smaltiti. Chiederà però che siano smantellati subito i blocchi stradali. Una saggia decisione: non si poteva prenderla prima? Forse si sarebbero potuti evitare gli scontri di ieri. Certo, la situazione è diventata intollerabile e quei rifiuti devono sparire dalle strade: capiamo quindi la determinazione del governo a risolvere una situazione penosa che si sta trascinando ormai da troppo tempo, causata da una classe politica inetta e autoritaria, incapace di trovare nell'arco di quattordici anni soluzioni efficaci e condivise. E il sindaco Iervolino e il presidente Bassolino hanno le loro pesanti responsabilità. Ma affidarsi in modo esclusivo all'uso della forza, potrebbe lasciare un segno nei rapporti tra cittadini e istituzioni, perché nella protesta non ci sono solo facinorosi, ma anche cittadini normali e bisogna preoccuparsi della loro tutela. L'impressione però è che il governo veda la soluzione a questo problema come una prova di forza, una vetrina per l'immagine della propria efficienza, e che ciò che importi sia innanzitutto sgomberare le strade dei rifiuti, senza un altro piano preciso per il futuro, senza nessuna tutela per la salute delle persone. Il piano del governo infatti lascia ancora in vita l'intero network di intermediazione (consorzi, società miste) che ha ingoiato, negli ultimi dieci anni, 780 milioni di euro all'anno, quindi 15 mila miliardi di lire in dieci anni. Non si pensa ad esempio ad azioni mirate a colpire la camorra e le imprese a lei affiliate che in tutti questi anni sono state la causa principale dell'emergenza rifiuti in Campania. I cittadini giustamente sono preoccupati per questo proliferare di discariche e termovalorizzatori: loro devono viverci lì accanto. E' vero che la sindrome "NIMBY" (non nel mio giardino) non deve prendere il sopravvento sulla partecipazione civile e sulle proprie responsabilità (i rifiuti in qualche maniera devono sparire dalle strade); è anche vero però che la popolazione deve essere INFORMATA e TRANQUILLIZZATA, e non convinta a manganellate. Ci auguriamo perciò che il problema venga risolto attraverso la collaborazione ragionevole tra autorità e popolazione, e che gli amministratori locali in futuro (potendo contare sul senso civico dei cittadini) sappiano avviare pratiche moderne ed ecologiche come la raccolta differenziata. Ma basta scontri: se è vero che le immagini dei rifiuti in tutto il mondo non hanno fatto fare una bella figura all'Italia, non è che quelle di polizia in assetto di guerra che carica donne, vecchi e bambini ci dia più lustro.