martedì 5 ottobre 2010

Quando il rimedio può essere peggio del danno

Dopo più di 150 giorni, con il giuramento di Paolo Romani (nella foto) abbiamo il nuovo ministro dello Sviluppo Economico, una figura che doveva colmare un vuoto che aveva suscitato critiche e lamentele dal mondo della politica. Ma la soluzione rischia di essere più dannosa del problema.
La migliore battuta su questa nomina è stata di Pierferdinando Casini: "Avrei preferito Confalonieri".
In effetti il presidente di Mediaset sarebbe stato almeno più competente, anche se avrebbe fatto gli interessi dell'azienda del premier. Cosa comunque di cui Paolo Romani, tra l'altro in passato dipendente Finivest, si è sempre occupato da quando è entrato (o stato fatto entrare) in politica. D'altra parte basta leggere il suo profilo per rendersene conto. Perché non crediamo di certo che sia stato il suo "prestigioso" curriculum ad avergli permesso di raggiungere l'ambita carica: "Così fonda una sua emittente, Lombardia 7, nota per i servizi a luci rosse attraverso il 144. Due anni dopo Lombardia 7 verrà condannata dal pretore di Monza per una trasmissione pornografica intitolata Vizi privati e pubbliche virtù, condotta dal transessuale Maurizia Paradiso. Ma quando arriva la sentenza, Romani è già volato altrove: ha venduto Lombardia 7 (che fallirà quattro anni dopo, sommersa da un mare di debiti) e grazie alle sue conoscenze nella concessionaria Publitalia 80 di Silvio Berlusconi è stato chiamato per una candidatura con Forza Italia, a Montecitorio, circoscrizione di Cinisello Balsamo".

lunedì 4 ottobre 2010

Un po' ratti, un po' formaggio

Contro i lavoratori italiani in Svizzera è partita una campagna diffamatoria che li raffigura come ratti. L'accusa: rubare il lavoro ai cittadini svizzeri. Nello stesso tempo però i governi dei diversi cantoni attirano le piccole imprese italiane del Nord attraverso una politica di facilitazioni, come esenzioni fiscali e capannoni in comodato d'uso a costi risibili. Per delocalizzare, quindi, non c'è bisogno di andare fino in Cina, ma nel vicino Ticino.
E' quello che ha ci ha fatto vedere ieri sera "Presa diretta", che ha accompagnato in Svizzera un gruppo di imprenditori invitati a prendere visione dei notevoli vantaggi offerti del dipartimento economico elvetico. Una politica economica che servirà a quel Paese a creare oggi e garantire per il futuro occupazione per i propri giovani. E in questo caso gli italiani, con le loro imprese, diventano appetibili.

Da restare di sasso

Massacrata a colpi di pietre perché difendeva la figlia che rifiutava un matrimonio combinato. Ed è accaduto in provincia di Modena, non in una landa desolata dell'Afghanistan o del Pakistan.
Una tragedia che si ripete.
L'abbiamo già detto, e lo ripetiamo: se vogliamo favorire l'integrazione, non dobbiamo limitarci a contrastare i pregiudizi xenofobi, ma condannare aspramente queste violenze infami e barbare ed evitare che vengano messe in atto in Italia.

domenica 3 ottobre 2010

Grillo e Popolo Viola: movimenti su cui muoversi

Il "No B-day" di ieri ha confermato la realtà del Popolo Viola, nato sulla rete da gente comune e capace attraverso la sola forza dei social network di mobilitare migliaia di persone. Una nota critica mossa al PD è che i suoi dirigenti non hanno aderito alla manifestazione. «Vi preghiamo di togliere tutte le bandiere perché questa è una manifestazione viola, soltanto viola» è stato però l'appello degli organizzatori ieri in Piazza S. Giovanni a Roma. E quindi la scelta del PD non è da ritenersi errata, se i dirigenti hanno in questo modo voluto rispettare l'autonomia di un movimento che si dichiara antipolitico. E oltre a questo, anche lo spirito puramente polemico che ha animato l'evento ha consigliato ai nosri dirigenti di disertare la piazza. Ciò però non significa rifiutare il confronto con gli esponenti del Popolo Viola, né sottovalutare la forza del loro movimento.
Così come non è da sottovalutare Beppe Grillo: il week-end di Cesena ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone, che per 2 giorni si sono accampate intorno ad un palco per discutere ed ascoltare il comico genovese. Il "Movimento 5 Stelle" ha diverse analogie con il Popolo Viola: tutti e 2 partono dalla rete, sono composti in maggioranza da giovani, sono entrambi dichiaratamente antipolitici. Anche se il "Movimento 5 Stelle" può ormai di fatto essere considerato una forza politica: buon successo alle ultime elezioni regionali ed amministrative (oltre 500.000 voti raccolti), con i sondaggi che lo attestano (in caso di elezioni anticipate) intorno al 4-5%. Non è certo il caso che il PD cerchi alleanze con queste forze, ma affrontare un dialogo, questo sì. D'altra parte questi 2 movimenti racchiudono una componente della società civile che vogliamo coinvolgere: cerchiamo almeno di ascoltarli e comprenderli, evitando magari che queste forze vadano poi disperse o si incanalino in derive aggressive (pensiamo agli incidenti della Festa Nazionale a Torino). Difficile dire poi quanti del nostro elettorato siano sedotti dalla spinta di questi gruppi: l'impressione è che il "Movimento 5 Stelle" possa attingere principalmnete dai bacini elettorali delle forze politiche poste agli estremi (sia sinistra che destra) o che cavalcano la pura protesta (come Idv e Lega), oltre che dai giovani che si affacciano al voto o da una parte di chi da tempo si astiene. Ma il rischio che possa erodere voti al PD è forte (se si pensa ad esempio a quanto successo in Piemonte).

Da Adro all'Egitto, passando per Lozza

Si ritorna a parlare del sole delle Alpi. Ad Adro, infatti, pare che il sindaco si arrenda e si dica disposto a togliere i simboli del sole delle Alpi dalla scuola. Unico ostacolo: il costo per effettuare l'operazione, visto che pare occorrano circa 30.000 euro.
Intanto il ministro Maroni, intervenuto all’inaugurazione dello spazio Informagiovani a Varese, scherzando sulla vicenda, ha rivelato che nel suo comune di residenza (Lozza) sono presenti molte decorazioni simili sulla facciata dell'asilo che risalgono agli anni '30. In effetti quei motivi (vedi foto VareseNews) ricordano l’effige della quale si sono appropriati i "padani" (la Editoriale Nord S.c.a.r.l., proprietaria del quotidiano La Padania, ne ottenne infatti la registrazione all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi nel 1999).
Ma a ben guardare, il "sole delle Alpi" è un'icona ampiamente diffusa, in varie parti del mondo e dell'Italia: dall'India alla Scandinavia, dall'Appennino toscano al Gargano. Per cui anche la dicitura "sole delle Alpi" è piuttosto impropria, tanto è vero che fu coniata negli anni '90 proprio dai leghisti.
Addirittura Giovanni Granucci, geometra e artigiano varesino, studioso di "fenomeni di frontiera", sostiene che il questo simbolo possa avere origine dall'Egitto. Per non parlare poi delle analogie con quello internazionale dei Rom.
Ad ogni modo, oggettivamente si può dire che:
- il sole delle Alpi è da considerare ormai un vero e proprio simbolo politico che fa capo alla Lega, tanto è vero che è inserito nello statuto del partito
- il sindaco leghista di Adro, prima di riempire la scuola comunale di simboli del suo partito (dal tetto ai banchi, fino a cestini, posacenere e zerbini) avrebbe fatto meglio a pensare al rispetto delle leggi, anche in virtù del suo ruolo istituzionale.
Chi paga adesso? Semplice: chi ha avuto la bella pensata.

Abbassare i toni

"E' necessario abbassare i toni perché certe accuse, che si leggono magari su alcuni siti internet, possono dare a qualche mente malata lo spunto per fare queste cose". Così ieri il ministro Maroni. Appunto...

sabato 2 ottobre 2010

2010: fuga dall'Italia

Un'inchiesta di "Repubblica" sugli italiani che emigrano all'estero, mette in luce un quadro desolante per il nostro Paese: dopo la rumena e la polacca, siamo la terza comunità dei migranti più popolosa in Europa, con circa 1,3 milioni di unità (di cui oltre 300mila solo tra il 2000 e il 2010).
Numeri però sottostimati, visto che vi è il forte sospetto che vi sia una numerosa popolazione di italiani, soprattutto giovani e altamente istruiti, stabilmente domiciliati all'estero ma che non sono iscritti all'AIRE (Anagrafe dei residenti all'Estero), e quindi non risultano censiti come emigrati dall'Italia.
Altro fattore rilevante è l'età di chi decide di lasciare il nostro Paese, visto che si tratta in maggioranza di persone tra i 20 ed i 40 anni: quindi una forte componente della generazione che dovrebbe diventare forza attiva per il futuro dell'Italia e che invece non siamo capaci di trattenere. E il fatto più grave è che chi parte non lo fa per l'ambizione di una carriera prestigiosa, ma solo per trovare un lavoro normale equamente retribuito o un'occupazione consona agli studi fatti, senza l'avvilente esperienza di dover fare gavette infinite ed esperienze lavorative inutili e sottopagate, in un'Italia dove "meritocrazia" è una parola ormai lontana.
E che infatti trovi all'estero.
(nella foto: la copertina di "Vivo altrove", un libro di Claudia Cucchiarato che raccoglie le storie di alcuni tra le decine di migliaia di giovani che negli ultimi anni hanno deciso di abbandonare l'Italia)

La mossa di Veltroni

Più che mossa, Movimento. Democratico, ovviamente. E non sarà una corrente. Forse.

CISL sotto attacco

Ieri le uova a Treviglio, oggi i sassi a Livorno: la CISL viene duramente contestata e le sue sedi sono oggetto di attacchi da parte di lavoratori dell'area FIOM. Una guerra intestina assolutamente da evitare, poiché non fa altro che accentuare una frattura tra le diverse sigle, con la conseguenza di un'ulteriore debolezza nel mondo sindacale e dei lavoratori.

venerdì 1 ottobre 2010

C'è poco da ridere

Il re delle barzellette torna a colpire, con 2 capolavori degni della sua persona, volgare ed arrogante. C'è poco da ridere, quando una figura istituzionale come la sua anziché dare il buon esempio in fatto di dignità e morale, si lascia invece andare ad atti di puro disprezzo e cattivo gusto. Ed ipocrita è chi chiama in causa la "privacy": Berlusconi ha fatto il suo show tra cittadini comuni che si trovavano in strada o sul posto di lavoro, in momenti pubblici, non tra conoscenti intimi.
Rosy Bindi, destinataria di una delle barzellette (con tanto di bestemmia finale, visto che Lui si dichiara vicino ai cattolici) in un suo post parla giustamente di "doppiezza morale ed inaffidabilità umana", mentre Amos Luzzatto, presidente della Comunità ebraica di Venezia ed ex responsabile dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, condanna nettamente le barzellette raccontate dal premier, poiché contengono (come quella raccontata l'altro giorno) "i peggiori stereotipi antisemiti". E pensare che nemmeno 24 ore prima il premier aveva dichiarato di sentirsi da sempre israeliano dopo "la visita al campo di Auschwitz" che gli aveva offerto "un sentimento di solidarietà incancellabile".
Una volta di più questa persona dimostra che non è degna di guidare l'Italia, e di essere una vera vergogna per il nostro Paese, anche per chi non l'ha votato.

Il Giornale delle Partite IVA

Oggi il loro numero arriva oltre i 3 milioni, ma sono in costante crescita. Stiamo parlando delle partite IVA, i freelance, i lavoratori autonomi professionisti senza albo.
Un'area ultimamente ampliatasi anche da giovani che non trovano lavoro e da dipendenti cinquantenni che lo perdono prematuramente per licenziamento o chiusura delle imprese. (su suggerimento di una visitatrice del nostro blog)
Tutti "lavoratori con diritti limitati, figli di un welfare minore, privi di rappresentanza sindacale e politica, tartassati però da un Fisco rapace che tanto prende e poco rende".
Da oggi però avranno anche loro una voce che li rappresenterà: si tratta del periodico "Il Giornale delle Partite IVA" (diretto da Francesco Bogliari, già direttore di Espansione, L’Impresa, Business People e altre testate economiche), una rivista che sarà anche uno strumento di lavoro, aggiornamento ed incontro.

(via Marcello Saponaro)

E Berlusconi ammise la corruzione!

Il filmato "rubato" da "Repubblica" parla chiaro: Berlusconi si lamenta con i suoi "fans" del giudice del processo Mills non per essere accusato ingiustamente, ma semmai perché il magistrato cerca di evitare la prescrizione del processo.
"C'è un processo, il processo Mills, che è tutta una barzelletta. Il pm di Milano, De Pasquale, che è quello che ha attaccato Craxi, fatto morire Cagliari (Gabriele, ndr), visto che il processo sta arrivando alla prescrizione si è inventato la seguente storia: il reato di corruzione c'è quando il corruttore dà i soldi al corrotto. Ma per lui no, si è inventato che c'è il reato di corruzione soltanto quando il corrotto comincia a spendere i soldi. Per cui se il corrotto è uno che risparmia, il reato non è stato consumato...".
Questa è l'idea di giustizia di Berlusconi. A questo punto ci chiediamo quale sia l'associazione a delinquere: la magistratura che cerca di far giungere a termine i processi, portando a galla la verità, oppure un governo che emana leggi per ostacolare le indagini e fermare i processi?

Polisia secessionista

Al grido di «Aruòlate, la Patria te ciàma» si cercava di dare vita ad un corpo di polizia fedele al Veneto e che nulla vuole spartire con la Repubblica italiana. E' il tentativo secessionista di un sedicente movimento del Nord-est, lo "Stato delle Venethie". Un piano sventato dalle forze dell'ordine, con un blitz di 60 agenti della Digos di Treviso, che a Cornuda (TV), nella casa del capo della Municipale, trovarono un vero e proprio arsenale: 5 pistole Glock, 1 fucile Bull calibro 9×21, una Beretta modello 71 e due fucili a pompa calibro 12. E oltre a questo, documenti che dimostravano l'esistenza di una rete di appoggi e finanziamenti alla causa. Maggiori dettagli nel libro "Legaland - Miti e realtà del Nord Est" di Sebastiano Canetta ed Ernesto Milanesi.

Una Lega a 2 facce

Quella di lotta e di governo. La Lega dell'opposizione che sbraita e protesta contro quei provvedimenti che poi fa applicare quando invece governa, che promette e poi regolarmente non mantiene: è un classico di questi anni, a livello nazionale e locale. E, per spirito di coerenza, ce la troviamo così anche a Vedano Olona.

Il PD in difesa del cinema italiano

Questa sera il Partito Democratico sarà davanti alle sale cinematografiche di tutta Italia per difendere il cinema italiano, i suoi artisti, le migliaia di lavoratori del settore e le tante imprese della filiera dalla gestione dilettantesca e arrogante e dalla politica dei tagli alla cultura del ministro Bondi. Perché meno cinema nelle sale e in televisione significa: meno libertà di scelta, meno lavoro, meno ricchezza.
Qui il programma e le città della mobilitazione.