Concluse le "parlamentarie" del Movimento 5 Stelle. Al di là dei dubbi e delle zone grigie, questo voto ha indicato una volta di più la dimensione e la struttura di questa nuova entità politica. Innanzitutto, il chiudersi alla comunicazione rigorosamente online, che se da una parte ne restringe la partecipazione, dall'altra permette un maggiore controllo da parte dei vertici: Grillo e Casaleggio. Poi, per quanto tra gli attivisti del Movimento ci possano anche essere persone con grandi competenze, è pur vero che il trascinatore rimane sempre e comunque Beppe Grillo, immagine ed emblema dei "grillini" (che non a caso prendono da lui la denominazione). In Sicilia, infatti, il M5S non avrebbe avuto lo stesso successo senza la campagna fatta da Grillo, così come a Parma, dove il neo-sindaco Pizzarotti sembra conseguire consensi nei primi mesi di mandato, ma difficilmente sarebbe stato eletto senza la cassa di risonanza del comico genovese. Ci sono infine alcune contraddizioni: da una parte un accentramento quasi dispotico dall'alto a livello decisionale, dall'altra una libertà di scelta sui candidati partita totalmente dal basso, e che ha fornito delle vere e proprie novità in fatto di forza politica, come una maggioranza di donne come capilista.
E a proposito di contraddizioni, Pietro ha ripescato "un vecchio spettacolo teatrale di Beppe Grillo, trasmesso su Tele+, in cui “il megafono del M5S” parlava della Rete come del male".
Proprio vero: come dice Grillo, la Rete ha sempre memoria.