domenica 13 settembre 2009

Gelmini cattiva maestra

Le dichiarazioni di Mariastella Gelmini sul "sessantotto" ci trovano in parte d'accordo: è stato infatti è stato un movimento sociale e politico controverso, che partendo dal desiderio di un mondo "utopicamente" migliore, ha però fallito in diversi campi, non riuscendo a raggiungere gli obiettivi sognati.
Da lì a bocciare tutto un periodo però ce ne vuole, soprattutto da chi (considerata l'anagrafe) nemmeno l'ha vissuto lontanamente.
Ad ogni modo, a noi non convince nemmeno del tutto l'epoca attuale: non ci piace il fatto che spesso per arrivare non conta il talento ma il favoritismo, o non viene premiato il merito ma la furbizia, oppure che si scelga di raggiungere traguardi utilizzando scorciatoie e non attraverso l'impegno.
E visto che anche lei (pur spinta dalle circostanze) in passato si è infilata (come ha scritto il giornalista Gian Antonio Stella) tra "i furbetti che cercavano l'esame facile", dovrebbe essere più prudente non tanto a parlare di merito e lavoro ma, soprattutto, a criticare altri.

sabato 12 settembre 2009

Se la Chiesa scende in campo

Il caso Feltri/Boffo, avvenuto di recente, ha portato alla ribalta il ruolo della Chiesa al centro della politica italiana.
La polemica era sorta a seguito di critiche mosse dal direttore di "Avvenire" alla vita privata del premier, a cui aveva risposto il "giornale di famiglia" con un killeraggio mediatico ai danni di Boffo. Ma il quotidiano dei Vescovi si era espresso anche contro la politica dei respingimenti attuata dal governo.
Oltre al quotidiano, voci critiche si sono levate anche da altri media come "Famiglia Cristiana" e diversi illustri esponenti della Chiesa, come Monsignor Riccardo Fontana, neo-vescovo di Arezzo, oppure (di recente, contro la Lega e le sue "radici") il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano.
Una discesa in campo che, come giustamente ha detto Ilvo Diamanti, ha fatto apparire la Chiesa quasi come una forza di opposizione.
Prese di posizione che hanno messo in imbarazzo il governo, che sul voto dei cattolici (maggioranza della popolazione) ovviamente punta.
Qualcuno vede addirittura in tutto questo un piano per dare vita ad un nuovo partito di centro, scalzando così Berlusconi.
C'è da dire però che la Chiesa in altre occasioni ha anche appoggiato questo governo, da cui ha visto soddisfatte alcune sue richieste (l'ultima in ordine di tempo sull'ora di religione nelle scuole), e lo stesso si aspetta per questioni importanti che saranno discusse a breve in Parlamento, come il testamento biologico e la pillola abortiva RU486.
Questo significa che il Vaticano ed i suoi rappresentanti badano innanzitutto a quello che ritengono il bene dei propri fedeli e dei precetti della Chiesa, e non perseguono invece l'obiettivo di influenzare la politica del nostro Paese. Anche se il cardinal Ruini di recente ha dichiarato che la Chiesa cattolica come "ogni altra realtà o fenomeno sociale ha diritto ad influire sulla scena pubblica, compresa la dimensione propriamente politica".
Un controsenso? Di certo, la Chiesa (tenendo conto anche del suo impegno nella vita sociale del Paese) ha tutti i diritti di esprimere le sue opinioni, contestando o manifestando apprezzamenti; ma l'Italia come Stato laico è giusto che abbia un'autonomia decisionale nell'ambito legislativo, esecutivo e giudiziario.
Ma questo deve essere fatto con il giusto equilibrio, in maniera tale che la laicità non si trasformi in un laicismo, e che comunque vengano salvaguardati i diritti di chi crede e professa una religione.

Per "L'Espresso" gli annunci di Brunetta hanno le gambe corte

Per la rivista "L'Espresso" i dati della lotta all'assenteismo nella PA vantati da Renato Brunetta (nella foto) sono un vero e proprio bluff.
Il ministro ha replicato, convocando ieri una conferenza stampa, in cui conferma i dati divulgati e contrattacca, parlando di "critiche strampalate e inconsistenti".
Non ci sbilanciamo ad esprimere un giudizio su questa querelle, anche se in passato qualche dubbio l'avevamo avuto anche noi.

Economia: segnali altalenanti

L'OCSE ci indica (insieme alla Francia) come il Paese più in ripresa (anche perché, visto come eravamo indietro, bastava anche poco per farci tirare su...). Rispetto al luglio dell'anno scorso rimaniamo comunque 1,9 punti sotto.
Quindi non è che si va proprio a gonfie vele: infatti, nonostante questi dati, le piccole-medio imprese fanno ancora fatica a vedere l'uscita dal tunnel.

venerdì 11 settembre 2009

Bossi e i boss

Dal Monviso, all'appuntamento tradizionale del rito dell'ampolla alla sorgente del Po, il ministro Umberto Bossi rilascia la sua teoria sulla vicenda "escort" che questa estate ha riempito le pagine dei quotidiani: "Sono convinto che e' la mafia che ha organizzato tutta questa roba qui. L'ho detto anche a Berlusconi 'guarda che qui c'entra la mafia'. Chi ha in mano le prostitute è la mafia.". Un ragionamento che non fa una grinza.
D'altra parte, non è la prima volta che il Bossi (e con lui il suo giornale di partito) si azzarda in teorie e congetture riguardanti i rapporti tra mafia, Silvio Berlusconi e le sue aziende.

Prepariamoci alla scuola multietnica

A Milano e a Roma si registrano dei casi anomali in 2 scuole, in cui gli alunni stranieri superano di numero quelli italiani. E non si tratta di piccole differenze: a Milano, all’elementare Radice, su 96 alunni 93 sono immigrati. A Roma, alla Pisacane, su 184 bambini solo 6 hanno genitori italiani.
Un divario provocato anche dalla fuga dei bambini italiani dagli istituti in cui spesso finiscono per trovarsi in schiaccian­te minoranza. Ma non c’è ombra di razzismo in questa scelta: le famiglie sono comprensibil­mente preoccupate per il livello d’istruzio­ne dei figli, per forza di cose inferiore in quelle classi, in cui la scarsa conoscenza della lingua italiana da parte degli alunni stranieri rallenta il programma di studi.
Un problema marginale ora, ma che a breve potrebbe allargarsi: attualmente si contano quasi 650mila iscritti stranieri di 150 etnie diverse e, tempo 2 o 3 anni, gli stranieri supereranno il milione. Occorre perciò studiare fin da ora delle soluzioni, che non sono certo le classi differenziate o classi ponte proposte dalla Lega.
Invece va favorita l'integrazione e nello stesso tempo salvaguardata l'istruzione.
Un'idea sicuramente è una più equilibrata distribuzione nelle classi attraverso quote di ingresso (ad esempio, non più del 20-30% di stranieri per classe).
Ma bisogna anche pensare a corsi pomeridiani di doposcuola per la lingua italiana, in modo da accelerare l'apprendimento degli stranieri. E soprattutto, prevedere classi con non più di 25 alunni, in modo da facilitare il lavoro degli insegnanti.
E questo vuol dire costruire nuove scuole ed assumere più docenti: praticamente il contrario di ciò che sta facendo l'attuale governo.

Fatti di straordinaria giustizia

Siamo d'accordo con il Ministro della Giustizia Angelino Alfano (nella foto) sui risultati ottenuti da Silvio Berlusconi nella lotta alla mafia: è davvero un fatto straordinario che in Parlamento tra le file del suo partito sieda un "condannato per concorso esterno in associazione mafiosa".

Targato Padania

La Lega e le targhe: nel mio Comune il nuovo Sindaco leghista, a quanto pare, espone nel suo ufficio una targa recante il simbolo del suo partito, nonostante ci sia un espresso divieto di esporre all'interno di edifici pubblici "simboli privati, quali insegne di partito, simboli di associazioni e organismi vari".
Il suo collega di Ponteranica (BG), invece, come promesso in campagna elettorale, fa togliere dalla Biblioteca Comunale la targa dedicata all'attivista siciliano Peppino Impastato (nella foto), assassinato dalla mafia nel 1978. Motivazione: per "onorare personalità locali" (d'altra parte Impastato era pur sempre un terùn!).
Insomma: una politica di "tar-ghettizzazione".

giovedì 10 settembre 2009

Finalmente l'Europa pensa alle piccole imprese!

Partendo dal principio "innanzitutto pensare in piccolo", nel giugno del 2008 l'Unione Europea ha deciso di istituire lo "Small Business act", una risoluzione a favore delle piccole imprese, per facilitare l’avvio di nuove aziende, snellire le formalità amministrative ed agevolare l’accesso ai finanziamenti e all’innovazione.
In questo modo sarà più facile per le PMI ottenere una maggior facilità di accesso al credito, una maggior facilità di accesso ai finanziamenti europei e nazionali, la possibilità di affrontare appalti nazionali ed europei, finora preclusi ai piccoli imprenditori.
Un'iniziativa importante, ma poco diffusa e conosciuta: per questo università e associazioni di piccoli imprenditori si sono mosse per dare vita ad un ciclo di eventi e seminari in alcune città del Nord Italia.
Il primo della serie è partito proprio da Varese, all'Università dell'Insubria con la collaborazione dell'API di Varese.
Speriamo porti bene e sia il segnale di una celere ripresa per le PMI della nostra Provincia.

Ministro Gelmini: dietro la lavagna!

Il ministro della Pubblica (d)istruzione, quando fa dichiarazioni di questo tipo o è in malafede o non è informata su chi, come e quando sono stati creati i precari nel mondo della scuola.
Mariastella, leggiti e studiati bene la storia di questa insegnante precaria: guarda che poi interroghiamo anche te...

Chiedo asilo

Il soggetto del post non sono gli immigrati che chiedono di essere accolti come rifugiati politici, ma la quasi totalità delle famiglie italiane (9 su 10), che non riescono a trovare un posto all'asilo nido per i loro bambini.

mercoledì 9 settembre 2009

Il ruolo del giornalismo ai tempi di internet

E' il tema principale su cui ruota il manifesto sottoscritto da alcuni famosi blogger e giornalisti tedeschi, che hanno diviso il documento in 17 punti principi, ampiamente illustrati in un reportage del quotidiano "The Local".
Uno spunto interessante su cui ispirarsi anche qui in Italia, visti i destini incerti dell'informazione (ma anche della Rete) nel nostro Paese.

30 ragazze per me posson bastare...

Sarà la Magistratura di Bari a stabilire se le deposizioni di Gianpaolo Tarantini siano veritiere o no. Ad oggi (dalle indiscrezioni dei verbali pubblicate sul "Corriere della Sera") trapela che, per Silvio Berlusconi, l'imprenditore di Bari "avrebbe" organizzato una ventina di serate, facendolo incontrare con una trentina di ragazze, che, però, a quanto dice Tarantini, il premier non sapeva fossero "retribuite" da lui, né era a conoscenza della "professione" che alcune di loro praticavano. Quindi, appurate queste dichiarazioni, sarebbe davvero fuori luogo accusare il premier di qualsiasi reato.
Fosse tutto vero, è certo che però, al di là delle ricadute morali (tenuto conto del suo ruolo di guida del Paese), un uomo della sua posizione dovrebbe comunque stare attento e controllare meglio le sue frequentazioni, tenuto conto dell'intelligence che ha al suo servizio...
Ma Tarantini, a quanto pare, confessa di aver intrattenuto rapporti anche con il PD pugliese, instaurando uno scambio sesso-affari con amministratori del Partito Democratico della Regione.
Un fatto che, se corrispondesse a verità, porrebbe nel PD un serio problema riguardante la questione morale e, soprattutto, le modalità con cui vengono scelti i dirigenti locali: urge fare pulizia e liberarsi da questi equivoci.
E comunque, visto il coinvolgimento bipartisan nella vicenda, senza voler essere troppo volgari, l'impressione che si ha (e che soprattutto potrebbe cogliere l'uomo della strada) è che questo Paese stia andando veramente a putt...

Crisi: chi la vede nella sua realtà e chi dall'alto in basso (si fa per dire...)

Ha ragione a preoccuparsi Fabrizio Mirabelli, Responsabile provinciale Enti locali PD di Varese: la crisi economica mette sempre più a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ed espone il problema citando dati precisi (e inquietanti) ed elencando una serie di proposte del PD per fronteggiare il problema.
Di contro, il ministro Brunetta si dice tranquillo: lui considera il livello della crisi occupazionale dal fatto che gli operai in Italia si limitano ad "andare sulle gru e non sequestrano i manager come in Francia".
Un'analisi davvero superficiale e risibile: forse, caro Ministro, questo sarà piuttosto merito del buon senso da parte dei lavoratori.

martedì 8 settembre 2009

L'inimmaginabile Tremonti

Al "workshop Ambrosetti" di Cernobbio, Giulio Tremonti è stato di nuovo esilarante, più ancora delle parodie che fa Corrado Guzzanti su di lui (vedi video).
Prima se l'è presa con le banche, colpevoli, a suo dire, di non fare gli interessi della comunità e delle piccole imprese. La verità è che al nostro ministro dell'Economia creativa non è andata giù che le banche abbiano boicottato la sua idea dei "Tremonti-bond", rivelatasi alla fine quello che era apparsa fin dall'inizio: BISLACCA.
Ad oggi infatti i bond governativi sono stati presi solo dal Banco Popolare. Tergiversano invece le banche più grandi, Unicredit e Intesa Sanpaolo, che venerdì scorso ha aperto all'ipotesi di non utilizzarli.
D'altra parte questi fondi scontano un meccanismo farraginoso d’accesso e, soprattutto, prospettano un costo alto per le banche, quando invece possono finanziarsi più facilmente e a costi minori sul mercato (sia dalla Bce che attraverso la raccolta).
E ovviamente i banchieri non si sono lasciati convincere dl Ministero del Tesoro, indebitandosi all’1% e prestando il denaro all’8,5%. Altro che operazione per aiutare le imprese: i "Tremonti-bond" servivano al governo per racimolare denaro!
E infatti Tremonti aveva previsto (già: lui prevede sempre TUTTO!) di mettere i proventi di quella raccolta a copertura di altri interventi.
E invece quei soldi non sono arrivati...
E nonostante questo, lui che ci dice? "Non c’è nessuna preoccupazione per il periodo che abbiamo davanti, se ci sarà bisogno di soldi ci sono oltre quello che potete pensare" ("inimmaginabili" a suo dire).
Non osiamo davvero pensare cosa ci aspetta davvero...
Ci limitiamo a dire che:
- il controllo del credito alle imprese da parte delle banche non doveva essere effettuato dai prefetti a cui il Ministro aveva affidato questo compito? L'idea era apparsa folle fin da subito, e tale alla fine si sta rivelando;
- il buon Giulietto critica le banche che non concedono crediti alle imprese... Ma che dire, ad esempio, del fatto che è stato rinviato (a data da destinarsi) il rimborso Irap del 14 settembre proprio a favore di piccole e medie imprese? Motivo: nelle casse del Tesoro è stato preventivato 1 miliardo di euro per il triennio 2009-2011, quando si calcola che il rimborso dell’Irap, deci­so dal governo dopo la sen­tenza della Corte di Cassazio­ne, abbia un costo compreso tra i 4 e i 5 miliardi di euro.
E non parliamo poi dei ritardi nei pagamenti delle PA sempre verso le imprese: un problema che non è stato certamente risolto con gli ultimi insufficienti provvedimenti della manovra d'estate.
Insomma, da che pulpito viene la predica! E cosa ancor più grave, è che ciò dimostra che di "inimmaginabile" c'è solo il disastro a cui stiamo andando incontro.