A oltre un mese dall'insediamento del nuovo governo, qual è il bilancio? Diciamo che finora abbiamo assistito ad una serie di grandi annunci. Si è cominciato con il proclama che rilanciava il progetto del ponte sullo Stretto. Questo nonostante l'enorme costo legato alla realizzazione dell'opera (si parla di almeno 2 miliardi di euro, cifra con la quale si potrebbe rimettere in sesto tutta la rete ferroviaria italiana!). Per non parlare delle valutazioni fatte da esperti sull'impatto ambientale (con previsioni anche molto gravi) o addirittura sulla fattibilità tecnica del ponte (quella è zona sismica, e inoltre Sicilia e Calabria si trovano su 2 placche terrestri diverse, e le 2 regioni tendono a muoversi ed allontanarsi tra loro). Non parliamo poi sul fatto dell'assoluta mancanza nel Sud di strutture all'altezza quali autostrade e ferrovie (a doppio binario) per poter raggiungere l'ipotetico ponte (e la Salerno-Reggio Calabria ne è un esempio). Invece, si procede con un progetto inutile che serve solo ad appagare l'orgoglio e la vanità, perché non è vero (come ci hanno detto) che si otterrebbero miglioramenti delle condizioni di trasporto merci e passeggeri da sud a nord, in quanto recenti studi hanno indicato che il trasporto merci via mare verso i porti della Liguria risulta vantaggioso sotto molteplici aspetti. E chissà, come ha ammesso lo stesso Bossi a denti stretti (interpellato sulla questione), che i siciliani abbiano invece più premura di risolvere il problema dell'acqua...
Dopo il ponte sullo Stretto è sbucata la novità di un altro ponte, quello del prestito ad Alitalia (300 milioni di euro), che doveva essere inizialmente di lunghezza breve, che consentisse un più tranquillo accompagnamento della Compagnia verso la soluzione strutturale dei suoi problemi (e che soprattutto venisse poi restituito) e che invece si è trasformato in 'patrimonio' d'azienda, escludendo così ogni ipotesi sulla possibilità di restituzione. Ma ancora peggio, è stata chiarita la fonte di questo scempio: i fondi stanziati per le piccole e medie imprese. La copertura finanziaria di questo ennesimo spreco per Alitalia proviene infatti da: fondo Competitività e Sviluppo (205 milioni), tagli indifferenziati al Fondo Finanza d'Impresa (85 milioni) e risorse accantonate per la Solidarietà Sociale (10 milioni). Ma la tanto annunciata cordata italiana? Un annuncio appunto, e basta.
Poi ci hanno annunciato l'era del nucleare, la panacea dei nostri fabbisogni di energia. Il problema è che chissà quanti anni ci vorranno a mettere in piedi le varie centrali, e quando lo faremo saremo sempre un passo indietro,vuoi perché la tecnologia attuale è già sorpassata, vuoi perché anche esperti come il premio Nobel Rubbia sconsigliano vivamente questa scelta (giudicandola anche poco conveniente), puntando invece sulle energie rinnovabili (già negli USA è da tempo che non realizzano nuove centrali, anche per il problema delle scorie: tema di cui hanno discusso i candidati delle recenti elezioni presidenziali perché per loro rimane tuttora un problema grave e irrisolto). A noi l'energia serve ora, ma è anche vero che gli appalti per costruire le centrali sono un bel business per chi inizia a farle (inizia, e magari poi non finisce...).
I rifiuti in Campania dovevano sparire nel giro di un mese, con lo Stato duro con vecchi, donne e bambini che chiedevano garanzie per la loro salute riguardo alle discariche costruite sotto casa, e morbido con chi invece il dramma lo aveva causato (camorra in primis). A Napoli, finora, la situazione non è poi tanto cambiata...
I grandi annunci non sono finiti qui: è arrivata l'abolizione dell'ICI, dicendo che la cosa non avrebbe toccato le tasche degli italiani. In realtà, per la copertura di questa tassa i fondi sono stati recuperati da tagli alla spesa per la scuola (formazione e ricerca), dal rimodernamento della rete idrica, dagli investimenti sui mezzi pubblici locali (e i pendolari possono quindi rassegnarsi). Anche la rinegoziazione dei mutui è un'altra balla colossale: lanciata in pompa magna come un regalo alle famiglie italiane perché avrebbero risparmiato almeno 800-850 euro l'anno, in realtà alla fine ci si troverà a pagare di più (perché si ridurrà magari il tasso, ma aumenteranno le rate, con in più gli interessi finali!).
La detassazione sugli straordinari è diventata invece la soluzione a tutti i problemi legati alla competitività delle aziende ed ai salari dei dipendenti: il fatto è che come si fanno gli straordinari se le aziende chiudono perché manca il lavoro?
Adesso siamo all'annuncio della militarizzazione delle grandi città: 2.500 soldati che pattuglieranno le metropoli per dare maggior sicurezza (però intanto si bloccano le indagini dei magistrati limitando le intercettazioni telefoniche). Anche questa una scelta solo "simbolica", tutta giocata sull'effetto annuncio. Senza effettive ricadute sulla sicurezza. Buona a compiacere, ancora, la vanità di gente a cui piace parlarsi addosso: perché se si volesse rendere sicure le strade delle nostre città basterebbe potenziare le risorse delle nostre forze di polizia, con concorsi per nuove assunzioni, investimenti per pagare gli straordinari, strutture e mezzi. Invece abbiamo personale ridotto e le volanti bloccate nei garage.
Tante parole, pochi fatti. E quei pochi, delle scelte assolutamente errate. Questo quando invece il paese reclama a gran voce interventi sui salari, sul mondo del lavoro, il carovita. Però abbiamo chi, sempre pontificando, ci dice che il popolo ha la sua massima preoccupazione per la propria privacy che può essere violata dalle intercettazioni dei magistrati, che stanno tutto il giorno a spiare gli italiani. E' vero: ma solo quelli disonesti...