Ieri in occasione della celebrazione del 2 giugno, il presidente della Provincia Dario Galli ha riasciato ai media questa dichiarazione: "...Dobbiamo affrontare la questione della presenza di persone che hanno culture e valori diversi dai nostri. Il pericolo è serio: chi non condivide la nostra cultura ha anche una visione diversa della democrazia e del modo di viverla...".
Siamo un po' perplessi: chi ha una cultura diversa da noi rappresenta un pericolo? Innanzitutto fare una dichiarazione del genere proprio il giorno della festa della Repubblica appare un controsenso, in particolare se si tiene conto dell'Art. 3 della Costituzione Italiana: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.". Poi, caro presidente, lei ha anche la delega sul marketing territoriale. Pensi un po' se questa sua dichiarazione finisse sui media esteri: non sarebbe certo un bello spot per il turismo del nostro territorio.
Oltretutto, le sue dichiarazioni sono lontane dalla cultura lombarda, che poggia le sue basi su ingegno e laboriosità, e su valori come tolleranza, rispetto, solidarietà, scambio, e non chiusura.
Comunque, per tranquillizzarla, le diciamo che se proprio dobbiamo preoccuparci di qualcuno, è di chi viola regole e leggi. E non è detto che a farlo non sia qualcuno vicino alla nostra cultura. Per esempio, basta vedere la vicenda giudiziaria in cui di recente è stata coinvolta la moglie del suo collega di partito, On. Giorgetti.
Come vede, a tutti, ma proprio a tutti, può capitare di sbagliare...
Certo, la sicurezza è un fattore fondamentale per la qualità della vita di noi cittadini: ma scatenare crociate e farne una priorità assoluta, sembra assurdo.
A noi lombardi, in particolare a noi gente di Varese, sono altre le cose che preoccupano maggiormente: ad esempio il ciclo dell'acqua, soprattutto adesso che si avvicina l'estate e c'è il forte rischio che vi siano comuni che possano ancora rimanere con l'acqua razionata o addirittura senza, il che è assurdo in un territorio conosciuto come "la provincia dei laghi"; oppure, il piano rifiuti, con la discarica di Gorla che sta per saturarsi, e a quel punto occorreranno soluzioni, sperando che non siano altre discariche o termovalorizzatori, ma scelte ecologiche e convenienti come il centro di riciclo di Vedelago, in cui gli scarti sono trasformati in sabbie sintetiche per l'edilizia, oppure come fanno in Germania, dove i rifiuti non vengono bruciati nei termovalorizzatori, ma riciclati per ricavarne materie prime secondarie e composti organici che verranno venduti all'industria; siamo preoccupati, anzi arrabbiatissimi per la situazione delle infrastrutture, con una viabilità su strada che rasenta il collasso e una rete ferroviaria regionale che utilizza treni obsoleti, vecchi di oltre 20-30 anni, una tortura per i pendolari; ci preoccupa il mondo del lavoro, con piccole-medie imprese senza aiuti né servizi, aziende che chiudono e giovani schiavizzati dal precariato; un altro problema è quello della casa, che sta per diventare un miraggio per le giovani coppie, oppure il carovita, che attanaglia le famiglie... Tutte questioni che il suo partito non si decide ad affrontare.
Per questo, se in futuro le cose non cambieranno, per noi lombardi sarà bene riprenderci il governo del nostro territorio, e non lasciarlo più nelle mani di chi non condivide la cultura e le esigenze della nostra gente.