martedì 24 marzo 2015

Invasori e invasati

L'acquisizione di Pirelli da parte di un investitore cinese ha scatenato polemiche e allarmismi: ci stanno comprando l'Italia. Pochi si rendono conto che il mondo sta cambiando e c'è in atto una vera e propria rivoluzione, con Paesi emergenti come Cina e India che sono delle vere e proprie potenze. Da qui ci si dovrebbe convincere quanto quindi sia importante l'Europa unita: perché i singoli stati europei non possono reggere il confronto con quei colossi. Perché non è solo una questione italiana: chi si ricorda che qualche anno fa Volvo finì anch'essa in mani cinesi, e subito dopo altre aziende storiche come Saab e Peugeot seguirono la stessa sorte? E non ha certo significato la fine di questi marchi: anzi, si è assistito a un loro rilancio. La vecchia Europa ha bisogno di linfa nuova: in termini di risorse finanziarie e anche umane.
Rinchiudersi e elevare muri contro il diverso, gridando come ossessi all'invasione, non ha senso nell'era della globalizzazione e della condivisione: significa stare passi indietro dalla storia. E in un certo senso rendersi anche ridicoli: perché si inventano regole assurde nell'urbanistica, come in Regione Lombardia, per evitare l'edificazione di moschee e poi si vendono i grattacieli di Milano a fondi in mano a miliardari arabi. Una Milano poi che annovera addirittura una vera e propria Chinatown in quello che un tempo era uno dei quartieri più storici, che si è lasciato acquisire dietro cospicue buone uscite. Perché lo straniero magari puzza, ma il denaro no.