martedì 2 dicembre 2008

Mai dire CAI

Interessante la puntata di "Report" di domenica sera: Milena Gabanelli ha presentato un aggiornamento sulla triste vicenda Alitalia-CAI.
Così, abbiamo saputo che gran parte dei voli annullati non era a causa dei dipendenti-ribelli che scioperavano, ma probabilmente per l'azienda che non aveva i soldi per pagare il carburante; che molti assistenti di volo erano costretti a mettersi in malattia perché Alitalia non aveva rilasciato loro il certificato medico necessario per il rinnovo dell'idoneità; che i dipendenti hanno scoperto solo da pochi giorni (tramite una comunicazione tardiva) che mentre lavoravano erano in realtà in cassa integrazione già dalla metà di ottobre; che l'ENAC (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) non ha rilasciato la licenza di volo a CAI per il semplice fatto che non sono ancora stati depositati i primi 100 milioni di euro come garanzia dagli imprenditori della cordata (ben 16), alcuni dei quali (Marcegaglia in testa) hanno già dichiarato che usciranno da quest'impresa non appena AirFrance (molto probabilmente il prossimo partner straniero) firmerà l'accordo (e quindi potrebbe poi rilevare tutto, alla faccia di chi blaterava di italianità della compagnia di bandiera e degli ingenui che se la sono bevuta).
Ed oggi, a conferma di quanto sopra, arriva l'annuncio da parte del ministro dei voli ad personam Scajola che CAI, che doveva partire prima a inizio dicembre, poi a metà dicembre, lo farà (pare) dopo le vacanze di Natale (senza specificare l'anno, comunque).
Intanto i tedeschi di Lufthansa non stanno con le mani in mano e giocano d'anticipo: in accordo con SEA, è nata la nuova compagnia "Lufthansa Italia".