In questi giorni il PD è bersagliato da inchieste giudiziarie nei confronti di alcune amministrazioni locali. Dopo l'Abruzzo, è toccato alle giunte comunali di Firenze e Napoli e poi c'è sempre di mezzo la questione Campania.
In riferimento a quest'ultima, Veltroni doveva chiedere a Bassolino di dimettersi già prima delle elezioni. Ad ogni modo, secondo quella che sembra essere diventata ormai una consuetudine per chi occupa poltrone nel PD, Bassolino, come Villari, non vuole lasciare.
Per Firenze e Napoli a quanto pare sembrerebbero seriamente coinvolti in affari poco chiari consiglieri ed assessori, anche se però bisogna partire dal concetto che chiunque è innocente fino a prova contraria. Ma non è proprio tutto da buttare: i sindaci Domenici e Iervolino infatti poco o nulla hanno a che fare con queste vicende di malaffare.
Ad ogni modo mi pare condivisibile la riflessione di Cofferati: il popolo del PD appariva prima infastidito da queste situazioni e dalle liti interne, ma ora il rischio è che cominci a montare la rabbia a cui possa seguire un abbandono.
Come superare questa situazione? Innanzitutto non facendo come gli struzzi e affrontando il problema di petto, con trasparenza e senza remore, come ha scritto Veltroni al Corriere.
Poi, convincersi che non tutti i mali vengono per nuocere e che, anzi, questa può essere un’ottima occasione per fare piazza pulita di altri indagati o di politici di professione che pensano solo a se stessi e non al bene comune.
E riprendendo il pensiero di Pippo Civati: "Bisogna candidare figure qualificate, al di sopra di ogni sospetto, culturalmente e politicamente innovative, che rappresentino al meglio la sfida riformista, di progresso, del Pd... Dare visibilità e credito a figure nuove, all'insegna della preparazione, della qualità, del merito.".
P.S.: squallido che dall'altra parte, dove essere indagati o meglio ancora condannati, è un merito o addirittura un'onorificenza da eroi, si voglia fare la morale...
Un motivo in più per definire una volta per tutte la questione morale al nostro interno e differenziarci nettamente da loro.