lunedì 4 maggio 2015

Ecce Italicum

Passa l'Italicum, la riforma elettorale voluta fortemente da Matteo Renzi. Anzi, forzatamente, visto il passaggio all'approvazione è stato un vero atto di forza nei confronti dell'opposizione (anche interna al Partito). E questo è il vero punto debole di questa riforma, fatta a colpi di fiducia e maggioranza e non condivisa dall'intero Parlamento, come dovrebbe essere per un provvedimento costituzionale. Certo, lascia perplessi le motivazioni quasi inesistenti di alcuni oppositori. Se la minoranza Dem aveva delle richieste e delle eccezioni legittime e condivise, lo stesso non si può dire per Forza Italia (che addirittura l'aveva votata in Senato quando il patto del Nazareno era in auge) e per la Lega (in cui milita tra l'altro il padre del "porcellum", la peggiore legge elettorale mai vista). Ricordiamoci poi che queste due forze politiche, quando erano al governo, avevano fatto passare il famigerato "porcellum" proprio nel modo che oggi contestano a Renzi. Anche il M5S contesta il provvedimento del governo, ponendo però delle motivazioni plausibili (e anche condivisibili), come, ad esempio, le preferenze. E curiosamente c'è da dire che l'Italicum andrebbe a favorire maggiormente il movimento di Grillo, visto che la riforma prevede di premiare il partito e non la coalizione: per i 5 Stelle, che non vogliono allearsi con nessuno, è sicuramente un vantaggio. La legge non è perfetta e desta diverse perplessità (oltre alla mancanza delle preferenze, la pluricandidatura dei capilista -nominati dai partiti-, la rappresentanza democratica, la diversità delle norme tra Camera e Senato), però va detto che nel corso di questi mesi in Commissione diverse modifiche erano state apportate, e comunque qualcosa andava fatto, visto che il "porcellum" era stato giudicato incostituzionale. Ora invece si potrà votare e chi vince potrà governare, grazie al premio di maggioranza che otterrà o raggiungendo il limite del 40% dei voti oppure vincendo il ballottaggio tra i due partiti che prenderanno più voti. Non ci saranno più quindi aggregazioni vaste (in particolare BASTA LARGHE INTESE!), con piccoli partiti della maggioranza che (come è accaduto in passato) potrebbero mettere sotto scacco i governi in carica.
Renzi ha raggiunto quindi il risultato che si era prefissato: ora è la sua volta buona. Speriamo lo sia anche per l'Italia.