La UE lancia l'allarme per la situazione economica italiana: il nostro Paese è a rischio e potrebbe contagiare l'Europa.
Certo, abbiamo seri problemi di squilibrio, un sistema fiscale pesante, gravi ritardi con mancati investimenti per quanto riguarda ricerca e innovazione. Ma è anche vero che l'Unione Europea dovrebbe ripensare la sua strategia economica, tutta tesa all'austerity, che sta soffocando proprio i Paesi più in difficoltà (e non solo). In particolare andrebbe riveduta la politica monetaria della BCE (la Banca Centrale Europea), che dovrebbe seguire il comportamento della Fed (la banca principale degli Stati Uniti), che "grazie alla massiccia immissione di liquidità è riuscita a imprimere una svolta alla crisi negli Stati Uniti": è aumentata l'inflazione (che comunque non è mai andata oltre un livello ingestibile), ma è avvenuta una ripresa in termini di occupazione (come dimostrano i dati confortanti in novembre), abbassamento delle tasse e investimenti statali.
Insomma, più coraggio (e fiducia al futuro) e meno rigore.
mercoledì 10 aprile 2013
L'Europa deve avere più Fed
Vengo anch'io. No, tu no!
Parafrasando il grande Enzo Jannacci appena scomparso: Renzi escluso dal PD Nazionale di Roma come grande elettore per il Quirinale. Anzi no.
Lavorare su commissione
Siamo senza governo (o comunque ce n'è uno a termine che si occuperà degli affari correnti), ma c'è un Parlamento che può lavorare. Allora è giusto che partano le commissioni per proporre e votare leggi e provvedimenti. Tra le obiezioni poste per non istituirle, una è quella della mancanza di maggioranza e minoranza (non essendoci un esecutivo, non si sa chi è al governo e chi all'opposizione): però maggioranza e minoranza si possono determinare nelle 2 Camere; l'altra è che mancherebbe un potere esecutivo con tutti i poteri necessari per metterle in pratica o per proporne di nuove. Ma, vista l'emergenza, il governo attuale potrebbe operare. E comunque in questo modo si guadagnerebbe tempo in attesa del nuovo governo. Tenendo conto che nel contempo i gruppi dei "saggi" nominati da Napolitano stanno lavorando e avanzando proposte, mentre il Parlamento deve stare fermo: il che è paradossale.
Certo, per spingere il via delle commissioni, appaiono effettivamente fuori luogo iniziative estreme come occupare il Parlamento, fatta dal M5S (gridando al golpe, oltretutto, il che è un vero controsenso), ma è essenziale che i parlamentari si impegnino per procedere al più presto alla formazione delle commissioni. Da questo punto di vista la posizione del PD è controversa (e ti pareva), viste le dichiarazioni del capogruppo al Senato Zanda opposte alle richieste fatte invece da un nutrito gruppo di parlamentari democratici. Tuttavia oggi pomeriggio il gruppo alla Camera si riunirà per decidere i nomi dei commissari da presentare per le commissioni. E potrebbe essere un inizio. Speriamo bene.
Update: come non detto, purtroppo nulla di fatto. Il PD ha deciso di non costituire le commissioni. Un grosso errore e un passo indietro per il tanto agognato "cambiamento".
Il fuori centro di Casini
Sbagliata l'alleanza con Monti, secondo Casini, che invece prima delle elezioni lo vedeva come "l'uomo della provvidenza". E soprattutto, sbagliato non schierarsi. Scelte che hanno in pratica quasi fatto sparire l'Udc in Parlamento.
Dura da ambire di essere ago della bilancia a diventare ago in un pagliaio.
Quirinalogie
Imperversano i sondaggi sui candidati per la prossima Presidenza al Quirinale, e si anima anche la discussione politica tra i diversi partiti, in cui tutti rivendicano o recriminano. Ma è interessante notare come effettivamente ci siano oggi molte analogie con la situazione politica in cui avvenne la precedente elezione: una esigua maggioranza del centrosinistra in Parlamento uscita dalle recenti politiche, che occupava le presidenze di Camera e Senato. E quando Giorgio Napolitano fu eletto, gridò al "golpe" proprio quel centrodestra che adesso lo vorrebbe magari riconfermare. Quindi sarebbe il caso di non stare lì a rompersi più di tanto la testa (e non spaccarsi in correnti) per cercare a tutti i costi un nome condiviso con Berlusconi: qualunque sarà quello che proporremo noi, dovrà essere di alto profilo, super partes e fatto nell'interesse del Paese. Come è sempre stato e come mai potrà avvenire se il nome dovesse essere imposto dall'altra parte.
martedì 9 aprile 2013
Uno per tutti e tutti per i fatti propri
Nel Comune di Reggio Calabria a turno uno timbrava per tutti, così i colleghi potevano fare con comodo: arrivare con calma e nel frattempo sbrigare le proprie commissioni. E stiamo parlando di quasi 100 dipendenti coinvolti su circa un migliaio. Poi hai voglia a parlare di tagli e sprechi: qui si tratta di rivedere l'organizzazione degli uffici, effettuare verifiche e controlli sui risultati raggiunti in maniera da puntare sul merito.
La Guardia di Finanza comunque è stata piuttosto sarcastica sulla vicenda: l'indagine è stata chiamata "Torno Subito".
I lombardi per il Presidente
Votati i "grandi elettori" lombardi per scegliere il nuovo presidente della Repubblica: saranno Roberto Maroni, Raffaele Cattaneo, e Umberto Ambrosoli.
Dietro la mascherina
C'è sempre il solito Berlusconi: che cerca gli accordi e poi non rispetta i patti, che anche in una situazione così grave per l'Italia è capace di occuparsi solo degli affari suoi, pensando alle solite leggi ad personam.
Bersani ha ben chiaro tutto questo, per cui è nettamente contrario a governissimi e quant'altro. E riguardo alle larghe intese richiamate da Napolitano con il riferimento al compromesso storico del 1976, il PD ha chiesto sia al Pdl che al M5S di fare partire un governo di minoranza, proprio come accadde nel 1976: ma la risposta è stata negativa. Per cui, il problema sono gli altri, e non certo il PD.
La filosofia del prof Becchi
Uno vale uno, ma per Paolo Becchi, professore genovese in Filosofia del diritto molto vicino al Movimento 5 Stelle, chi non segue la linea di Grillo è "un Giuda traditore".
Alla larga da certe intese
Il Presidente Napolitano auspica le larghe intese, richiamando l'esperienza del compromesso storico del 1976. Ma ci pare piuttosto azzardato (se non indecente) il paragone tra Moro e Berlusconi. E un accordo oggi con il Cavaliere di Arcore e i suoi "camerieri impresentabili", più che un compromesso per il PD potrebbe essere compromettente.
Per cui, se ci sarà, Bersani prenda molto alla larga l'incontro con Berlusconi. Anche perché è proprio il leader del Pdl che in questo momento è all'angolo ed ha tutto da perdere.
P.S.: non riesco a capire quelli che dicono "o governissimo o larghe intese". No: ci sono altre soluzioni. E comunque attendiamo prima l'elezione del nuovo Capo dello Stato.
Assediamoli a casa
L'ultima forma di protesta degli "indignados" in Spagna: assediare i politici sotto casa.
lunedì 8 aprile 2013
Addio alla Lady di Ferro
Margaret Thatcher è stata la prima e unica donna a ricoprire la carica di premier del Regno Unito, dal 1979 al 1990, eletta per tre volte con il partito conservatore (1979, 1983, 1987). Anche se riuscì a fermare il declino economico inglese, i suoi governi non furono certo un esempio di riformismo ed equità, visto che le ricette economiche attuate incisero negativamente sui ceti sociali meno abbienti (che ancora oggi ne risentono). L'appellativo "lady di ferro" gli valse per il carattere duro e intransigente mostrato sia in politica interna che estera.
OccupyParlamento
Il Movimento 5 Stelle minaccia di occupare il Parlamento se non verranno fatte partire al più presto le commissioni per dare il via ai lavori di Camera e Senato. A dire la verità la richiesta di avviare la formazione delle commissioni è venuta anche da parlamentari PD: perché è davvero assurdo che gli eletti dal popolo siano bloccati, mentra possono operare i saggi nominati dal Presidente.
Daje Marino!
Ignazio Marino vince le primarie PD per il candidato sindaco di Roma. E ora sarebbe il caso che il Partito si concentrasse sui problemi di Roma anziché disperdersi sulle sterili polemiche dei voti dei rom.
Dai diamanti non nasce niente
Tantomeno sul pratone di Pontida, dove la Lega è tornata a radunarsi dopo 2 anni e dove sono tornate le solite vuote promesse: siamo passati così dalla Padania alla macroregione, dal federalismo fiscale alla bufala del 75% di tasse trattenute sul territorio. Con minacce di rivendicazioni di autonomia "da fare da soli" che suonano ancora più ridicole se fatte da un partito dimezzato e diviso.
Maroni ha poi annunciato che alle sezioni saranno restituiti i diamanti di Belsito (che in realtà sono nostri). Sempre che non finisca poi come per i soldi promessi ai terremotati dell'Emilia, ma quando saranno restituiti i crediti ai risparmiatori della Credi-Euronord, i miliardi pagati per le multe delle quote latte, le risorse sprecate, i finanziamenti locali sottratti, il tempo perso, le speranze disilluse e le promesse mancate in questi 20 anni in cui la Lega è stata al fianco, anzi sotto il comando di Berlusconi?