I delegati della Lega contestano la decisione di Bossi di nominare Maurilio Canton segretario provinciale a Varese.
Qui e qui i video-verità.
lunedì 17 ottobre 2011
Voto! Voto! Voto!
Altre ragioni per indignarsi
Rapporto Caritas: in Italia ci sono 8,3 milioni di poveri, 7% in più del 2010.
Il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni. In soli 5 anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani è aumentato del 59,6%. Il 76,1% di loro non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%.
Polizia indignada
Sul web le proteste di chi viene sistematicamente mandato al massacro in occasione di manifestazioni che devono essere pacifiche ma che i soliti noti riescono sempre a trasformare in scontri tremendi. Lo sdegno è soprattutto verso chi parla di sicurezza e poi taglia fondi e risorse.
Gesti di speranza
Nelle violenze di sabato pomeriggio a Roma c'è stato comunque lo spazio per il dialogo e una tenera carezza tra un poliziotto e una manifestante pacifica: il segno di quello che doveva essere il vero spirito dell'iniziativa. Un'immagine che vale più delle 1.000 vuote, insulse parole di Gasparri, Alfano, La Russa, Cicchitto & C.
Morto in missione
Padre Fausto Tentorio, missionario nelle Filippine, è stato assassinato. "Era molto conosciuto e apprezzato, lavorava in una zona di emarginati, musulmani, tribali. Forse aveva schiacciato i piedi a qualcuno", hanno commentato i missionari che operavano con lui. Questi sacerdoti infatti non si limitano a divulgare la fede cristiana, ma sono portatori anche di giustizia sociale.
domenica 16 ottobre 2011
Vince il movimento degli infiltrados
Sulle prime pagine di oggi la violenza di qualche centinaio di black bloc ha oscurato le richieste legittime delle centinaia di migliaia di "indignados": studenti, precari, famiglie, scesi in piazza pacificamente per chiedere giustizia sociale e garanzie per il presente e il futuro.
Ma anche in TV tutto è coperto dal fuoco e dal fumo delle devastazioni. Il movimento degli "infiltrados" (o degli indegni) ha quindi ottenuto il suo scopo.
Campagna adesioni Pdl con interrogativo
E' partita la campagna adesioni del Pdl, e subito si sovrappongono e moltiplicano i fake (vedi esempio in immagine e qui altri). La domanda che tutti si fanno però è: come mai nel simbolo non compare più il nome di Berlusconi? Nemmeno in campagna elettorale... Che crei qualche imbarazzo?
Banda larva
Allo IabForum di Milano si è tentata una videoconferenza con Gianfranco Fini, in attesa a Roma. Tutto vano: «Questa è l’infrastruttura che ci offre l’Italia» hanno dichiarato laconicamente gli organizzatori. E d'ora in avanti sarà sempre peggio, visto che nel testo definitivo della legge di "stabilità" sono svaniti gli 800 milioni che servivano per la copertura in Italia della banda larga, che chissà se prenderà mai corpo.
sabato 15 ottobre 2011
Da Genova a Roma
Oggi a Roma come 10 anni fa a Genova.
I due governi Berlusconi si aprono e si chiudono con le stesse scene: i black-bloc, l'inaudita violenza, una città messa a ferro e fuoco. Sembra la fotografia di un'era.
Un applauso ai manifestanti pacifici, che erano la maggioranza (ancora di più del declamato 99%) ed hanno tentato di isolare la piccola frangia di teppisti vigliacchi.
E un applauso soprattutto alle forze dell'ordine (polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco) che, pur se mandati ancora una volta al massacro, hanno comunque fatto il massimo per proteggere i cittadini e tutelare la legge.
Mamme & lavoro
E' difficile oggi per una donna conciliare il lavoro con l'essere mamma: chi ha i figli non ha tempo per seguirli e goderseli, chi invece desidererebbe averli deve magari desistere per non perdere il lavoro. Anche per tutto questo ci sarebbe di che indignarsi.
Ottobre PD
Sarà un autunno in fermento per il PD, poiché sono in programma ben 4 interessanti manifestazioni.
La prima è domani a L'Aquila: "Rifare l'Italia, rinnovare il PD", in cui si ritrovano dirigenti PD trenta-quarantenni che avevano dato vita al dibattito alla Festa Nazionale Democratica di Pesaro, tra cui Stefano Fassina (responsabile economia del PD), Andrea Orlando (responsabile Giustizia) e Nicola Zingaretti (presidente della provincia di Roma).
Settimana prossima (22 e 23 ottobre) c’è “Il nostro tempo”, organizzata a piazza Maggiore a Bologna da Pippo Civati, Debora Serracchiani e Prossima Italia.
Il 28, 29 e 30 ottobre, invece tocca a "Big Bang", l’evento promosso da Matteo Renzi alla Leopolda di Firenze.
In concomitanza, il 29 e 30 ottobre, la due giorni “Finalmente Sud”, meeting di formazione politica per 2.000 giovani meridionali, organizzato direttamente dal Partito.
4 appuntamenti che hanno come comune denominatore i giovani e il cambiamento. Qualcuno afferma che sono un sintomo di divisione all'interno del PD. Per noi invece possono rappresentare una fucina di idee su cui forgiare le basi per il PD del futuro (e anche quelle dell'Italia).
L'importante è che tutto questo venga fatto nell'interesse del Partito e non per quelli personali.
Il giorno degli indignati
O di chi sta pagando la crisi e non vede prospettive davanti a sé: oggi in Italia (in concomitanza con le altre manifestazioni organizzate in tutto il mondo) migliaia di persone in piazza e nelle strade. Sono studenti, disoccupati, operai, famiglie, no tav, centri sociali, popolo viola, precari: tutti chiedono un nuovo sistema, una nuova società, una nuova politica. Un movimento spontaneo che chiede certezze e giustizia sociale. Difficile non essere d'accordo con loro: perfino Mario Draghi, prossimo presidente della Banca centrale europea, comprende la loro protesta. E' la voce della gente, del popolo: è giusto ascoltarla, è necessario ripensare tutto il nostro sistema.
Magna-magna i buoni pasto
2 nuovi vice-ministri e 2 nuovi sottosegretari: il prezzo pagato dal governo per la fiducia di ieri. E da qualche parte si dovevano recuperare le risorse per fare fronte a questa nuova spesa... Detto, fatto: via i buoni pasto ai dipendenti statali.
Update: il governo fa dietrofront e ritira la norma anti-ticket dalla versione definitiva della legge di "Stabilità". E adesso, dove reperire le risorse? Ah, ecco...
venerdì 14 ottobre 2011
Varese: situazione lavoro sempre più critica
I dati della Cgil sull'occupazione in provincia di Varese sono preoccupanti: la cassa integrazione ha “bruciato” nei primi 8 mesi del 2011 l’equivalente di 17mila posti di lavoro, il 6,2% del totale. Per quanto riguarda la mobilità, il totale dei lavoratori iscritti risulta essere di 4.095 dall’inizio dell’anno, il 7,3% in più rispetto all’anno scorso, e particolarmente preoccupante è l’esplosione dei licenziamenti nelle aziende sotto i 15 dipendenti che allo stato dei fatti è del 21% più alto di quanto registrato lo scorso anno. Il quadro drammatico che si presenta sul territorio è quindi una crisi fatta di padri e madri che rimangono senza lavoro, famiglie con mutui da pagare costrette a contratti part time e giovani ai quali spesso si apre come prospettiva l’orizzonte di un lavoro atipico, sottopagato e saltuario.
Un'analisi che trova conferma anche da quanto emerso nel convegno che Acli provinciali di Varese, Università dell'Insubria e Fondazione La Sorgente hanno dedicato al tema del lavoro, con uno sguardo aperto soprattutto sui giovani. «Da quando è scoppiata la crisi - ha spiegato Tiziano Treu, invitato al dibattito - spendiamo la gran parte delle risorse per la cassa integrazione difendendo l'esistente (senza riuscirci fino in fondo) e così si è messa fuori una generazione che non trova lavoro o neppure lo cerca. Spendiamo il 15% del PIL per le pensioni e lo 0,9% per le famiglie. O rompiamo questo guscio e investiamo nel futuro del lavoro o non andiamo avanti».
Le soluzioni? Investire in educazione e formazione, non solo professionale, e creare le condizioni perché i giovani possano esprimersi liberamente e trovino spazio, in particolare puntando sulla Rete. E sull'importanza della formazione nel lavoro concorda anche l'Associazione Artigiani.
I radicalipoti
Sono entrati di soppiatto, da un'entrata secondaria, quasi come dei ladri. La loro decisione di votare alla prima chiamata non avrebbe comunque cambiato nulla sulla strategia, poi andata a vuoto, di far fallire il numero legale in Aula. Ma resta il gesto di un gruppo che con le sue scelte incomprensibili (o forse no) sta ormai andando contro le aspettative del suo elettorato e facendo perdere credibilità anche sul proprio retaggio politico. E hai la sensazione che oltre alla famosa definizione di radical-chic ci possa essere adesso anche quella di radical-scil(ipoti). Perché sorge davvero il dubbio di chiedersi da che parte stiano. E davvero non sai più come chiamarli. O forse sì.
(Per dovere di cronaca, i nomi dei 5 radicali che hanno deciso di votare alla prima "chiama": Marco Beltrandi -quello che ha fatto saltare l'election day la primavera scorsa-, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Maurizio Turco.
Li vedete nella foto).
N.B.: i deputati radicali hanno comunque votato contro la fiducia al governo.