giovedì 28 aprile 2011

Se la secessione parte dal Sud

I sostenitori del disgregamento nazionale (Lega in primis) vedono nella secessione uno strumento per rilanciare il Nord Italia dal "peso morto" del Meridione.
Franco Bechis, giornalista di "Libero", commentando le ultime dichiarazioni di Lombardo, governatore della Sicilia, che minaccia di "staccare" la Sicilia dall'Italia, pone però un'eccezione: "Lombardo vuole andarsene? Evviva. Eppure non c’è molto da esultare. Perché se qualche altra regione del Sud volesse togliere il disturbo, è probabile che asciugatesi le lacrime con i fazzoletti di rito il resto degli italiani starebbe meglio. Dalla secessione quasi tutte le Regioni del Sud avrebbero da perdere, e il resto d’Italia si troverebbe più ricco. Con l’addio della Sicilia sarebbe invece ben altra musica.".
Per Bechis infatti, "l'indipendenza" della Sicilia potrebbe rappresentare per l'Italia un grosso problema a livello energetico: "Lì si raffina il 40 per cento della benzina e del gasolio utilizzati nel continente. Non solo: Lombardo è in grado di spegnere luce gas e riscaldamento in buona parte di Italia. Un po’ perché lui produce energia in sovrabbondanza e il 12% lo gira alle altre Regioni. Ma soprattutto perché in Sicilia transitano il più grande metanodotto marino italiano che trasporta 25 miliardi di metri cubi di gas e passa di lì pure il gasdotto libico che attualmente è chiuso per guerra. Se uscendo dalle pastoie legali e burocratiche che finora li hanno fermati, venissero realizzati i due rigassificatori previsti a Porto Empedocle e a Priolo, quasi la metà del metano consumato in Italia verrebbe dalla Sicilia".
E inoltre: "Lombardo ha spiegato che se facesse la secessione, riscuoterebbe lui in loco quelle accise sui prodotti energetici che attualmente finiscono nelle casse del Tesoro italiano. È vero. E si tratta di 10 miliardi di euro all’anno". Una somma che compenserebbe ampiamente quello che la Sicilia verrebbe a perdere staccandosi dal resto d'Italia: 6 miliardi di euro di trasferimenti statali per sanità, istruzione e ordine pubblico.
Qual è quindi la conclusione di Bechis? "Con una rottura l’Italia avrebbe solo da perdere".